Nel 2025, parlare di piano editoriale non significa più semplicemente “decidere cosa postare”. Significa costruire un ecosistema narrativo coerente, dove ogni canale digitale parla con voce propria ma cammina nella stessa direzione. Significa mettere in connessione strategia, creatività e ascolto, per generare contenuti che non solo funzionano, ma che rimangono impressi.
Oggi più che mai, comunicare online è un atto intenzionale. Scegliere di esserci vuol dire assumersi la responsabilità di dare forma a un messaggio e dargli una direzione per creare connessioni con il nostro pubblico.
Il piano editoriale diventa così uno strumento vivo, che organizza le idee, guida le pubblicazioni, e – se fatto bene – libera energie creative invece di diventare un compito da smarcare sulla lista di cose da fare.
Prima di tutto: la strategia
Il punto di partenza resta (fortunatamente) sempre lo stesso: chi sei, a chi parli, perché lo fai.
Senza una strategia, il piano editoriale è solo una lista di contenuti e oggi non ce lo possiamo più permettere: l’attenzione è minima, la concorrenza massima.
Che cosa definire?
Gli obiettivi: vuoi posizionarti come persona esperta, generare lead, costruire relazioni, vendere un servizio? La risposta cambia l’intera architettura dei contenuti.
Le buyer personas: non creare avatar generici, ma profili vivi, veri. Entra nel dettaglio di cosa cercano, cosa leggono, cosa temono e studia quali sono i “trigger points” che attivano la loro attenzione.
I canali giusti: non servono tutti, servono quelli dove puoi essere rilevante e che sono più in linea con te.
Il tono di voce: è la tua firma, l’aspetto che ti distingue dagli altri. L’obiettivo è essere il più possibile riconoscibile, umano e coerente.
Una strategia solida è quella che ti permette di dire “no” alle idee che non servono e “sì” a quelle che invece trasmettono ciò che vuoi far arrivare al tuo pubblico.
Dove nascono le idee: scegliere i temi e moltiplicarli in contenuti
Uno dei momenti più delicati nella costruzione di un piano editoriale è trovare le idee giuste e avere un elenco di prossimi contenuti da sviluppare collegati con i precedenti che ti permettono di continuare la pianificazione in modo coerente.
Ecco un metodo pratico, che uso spesso anche nei miei percorsi di consulenza:
individua 4 o 5 macrotemi rilevanti per il tuo brand o il tuo progetto e per ognuno individua microtemi collegati che si possono dividere in tanti altri microcontenuti.
Esempio concreto:
- Se sei una persona che lavora nel campo della formazione e del marketing, un tema potrebbe essere “strategie di comunicazione digitale”. I microcontenuti possono essere: un carosello con 3 errori comuni, un video pillola con un caso studio, una newsletter con un approfondimento, una domanda su LinkedIn per stimolare il confronto.
- Se vendi un servizio, un tema potrebbe essere “le paure più comuni che bloccano i clienti”: qui puoi lavorare con storytelling, FAQ, testimonianze, mini guide.
Questo approccio ti permette di:
- creare contenuti coerenti ma diversi,
- adattare il messaggio ai vari livelli di consapevolezza del pubblico,
- avere un piano scalabile e sostenibile nel tempo.
Ogni tema diventa così un filone narrativo, e ogni contenuto è una parte della tua strategia di comunicazione.
La mappa dei contenuti: il piano editoriale e il calendario editoriale
Costruisci una content map: non solo calendario, ma trama narrativa (o un palinsesto). Nel 2025 serve creare conversazioni, non solo pubblicazioni. Ogni contenuto deve avere un ruolo (educare, ispirare, convertire) e dialogare con gli altri.
Esempio concreto:
Un articolo del blog pensato in ottica SEO → si trasforma in carosello LinkedIn → diventa reel su Instagram → alimenta una newsletter → attiva un flusso di automazione.
Pensa a temi ricorrenti, rubriche, formati adattabili per ogni piattaforma. E ricordati di prevedere anche contenuti reattivi (legati all’attualità, ai trend facendo attenzione al “timing” di pubblicazione) oltre a quelli evergreen.
I formati: il contenuto giusto nel vestito giusto
“Dire una cosa” non basta, bisogna scegliere il formato giusto per ogni canale parlando la lingua della piattaforma. Perché un contenuto efficace è quello che viene capito, accolto, condiviso.
Ogni canale ha una sua grammatica:
- Su Instagram, il contenuto deve essere visivo, diretto, spesso emozionale.
- Su LinkedIn, funziona ciò che è utile, posizionante, conversazionale.
- Il blog richiede profondità e struttura, con attenzione alla SEO.
- La newsletter parla in modo più intimo, confidenziale, costruisce relazione.
Un aspetto importante da tenere sempre a mente è tradurre, non copiare.
Lo stesso messaggio può vivere su più canali, ma va adattato nel tono, nel formato, nella lunghezza, nei tempi. Un contenuto lungo può essere frazionato in contenuti più brevi per le piattaforme che chiedono più velocità.
Questi contenuti riprogettati per essere esaustivi da soli possono iniziare o finire con una domanda per attivare una discussione. Dai commenti possiamo trovare nuove leve di comunicazione o degli insight sul nostro pubblico.
Ottimizzazione e parole chiave nel piano dei contenuti
Quando si parla di SEO (Search Engine Optimization) il riferimento è alla pratica editoriale che mira a connettere parole, intenti di ricerca e formati. L’algoritmo di Google, dei motori di ricerca e delle piattaforme di social network sono sempre più vicini al linguaggio naturale. Capiscono il contesto, il tono, le immagini e la struttura.
I contenuti sono la chiave di collegamento tra ciò che cerca l’utente e ciò che il brand vuole raccontare.
Più gli utenti si sentono ascoltati davvero e più si sentiranno affini al nostro brand e quindi i contenuti devono essere originali, chiari e pensati per rispondere a una domanda reale.
Cose da ricordare quando pianifichiamo i nostri contenuti:
- se vengono pubblicati sul blog o su canali (come YouTube) che si indicizzano in SERP va prestata molta attenzione al lato tecnico, per esempio ai meta title, gli heading, i link interni, i titoli
- la stesura deve includere l’intento e la visione
- l’esperienza di lettura deve essere fluida e piacevole
- dare risposte che risolvono dubbi e che non che girano intorno all’argomento.
Come si integra la SEO in un piano editoriale multicanale?
- Parti dalle domande vere delle persone: usa strumenti come AnswerThePublic, Google Trends, Ubersuggest o anche solo la barra di ricerca di YouTube e TikTok. Se la tua azienda ha un servizio clienti allora sfrutta le domande e i dubbi frequenti per i contenuti.
- Costruisci i contenuti attorno agli argomenti ampi che hai individuato e fai una ricerca di parole chiave dirette e poi elenca anche possibili chiavi secondarie e correlate. Evita le keyword isolate.
- Ottimizza la parte tecnica, ma cura anche il ritmo, la leggibilità e l’esperienza mobile.
E sui social? La “SEO” c’è anche qui, questi strumenti hanno un loro algoritmo interno che risponde con account e contenuti che parlano degli argomenti che stai cercando.
A che cosa devi prestare attenzione?
- Scrivi didascalie che includono le keyword, ma non perdere di vista la naturalezza
- Usa in modo strategico le parole chiave nei primi 150 caratteri, non perché questa tecnica sia più efficace ma aiuti la persona a capire subito se l’argomento è di suo interesse.
- Gli hashtag hanno modificato la loro funzione, inserisci alla fine della didascalia quelli pertinenti con l’argomento per aiutare la piattaforma a etichettare il tuo contenuto nella categoria giusta.
- Sfrutta gli “alt text” delle immagini (su Instagram e LinkedIn).
- Se invece parliamo del profilo assicurati che il nome utente e la bio siano ottimizzati per la ricerca.
Allena la creatività e costruisci contenuti più efficaci che parlano alle persone
Una delle difficoltà è sicuramente trovare che cosa dire di interessante in relazione alla tua attività.
In consulenza questo mi viene chiesto spesso: il consiglio è di guardarsi attorno perché qualsiasi cosa che per noi è scontata – perché la vediamo o la facciamo ogni giorno per la nostra attività – per l’utente invece è interessante.
Bisogna solo trovare il modo, coerente con il tono di voce e la strategia, per raccontare questi aspetti.
Ho scritto “Creatività di ordinaria bellezza” proprio per aiutare le persone ad allenare la scrittura creativa e impiegarla per scrivere i contenuti per il proprio brand.
Puoi acquistare il libro a questo link: https://bit.ly/CreativitàdiOrdinariaBellezza
Se vuoi sapere che cosa pensa Federica Mori di Libri di Marketing del libro, leggi la sua recensione qui: https://libridimarketing.blog/creativita-di-ordinaria-bellezza/

Creatività di ordinaria bellezza: Trova sempre idee nuove per raccontare il tuo brand, anche quando ti sembra di non avere nulla da dire
Tra queste pagine non ci sono regole di scrittura, ma trovi spaccati di impressioni, esercizi che fanno battere il cuore, inviti ad andare oltre i limiti per trovare il bello e raccontarlo al mondo. Sono convinta che dietro alle cose semplici si nasconde qualcosa di speciale. Alle volte basta spingersi oltre alla superficie. “Creatività di ordinaria bellezza” è pensato per essere uno strumento che puoi tenere sempre a portata di mano ogni volta che sei in cerca di ispirazioni.